Terminata la costruzione dell'utensile per la tornitura di superfici concave e convesse (sfere) possiamo finalmente utilizzarlo per la tornitura della gola raggiata delle matrici della nostra curvatubi artigianale.
Regolata la distanza tra la punta della placchetta e il centro di rotazione del portautensile ad una misura pari al raggio della gola che vogliamo tornire, diamo una bella tirata ai grani che bloccano in posizione il portainserto, e montiamo l'utensile al posto della slitta girevole portautensili (ho messo del nastro americano per impedire che i trucioli finissero dentro le cave) o comunque lo fissiamo al carrello trasversale in qualche modo (chi ha il carrello fresato con le cave può utilizzare quelle, se le dimensioni glielo consentono).
L'utensile viene quindi centrato rispetto alla matrice e lo slittone longitudinale bloccato in posizione.
A questo punto è solo questione di accendere il tornio a una velocità di rotazione del mandrino ragionevole, e iniziare a ruotare a mano l'accrocco per mezzo della leva che vedete in foto (un volgarissimo pezzo di barra filettata) e avanzare con la slitta trasversale alla fine di ogni passata.
Con un po' di pazienza e qualche truciolo rovente sulle mani (o un bel bagno nell'olio emulsionabile, a voi la scelta, io ho provato con sommo gusto sia la lavorazione a secco che quella con lubrorefrigerazione, ognuna ha i suoi pro e i suoi contro..) dovreste arrivare a ottenere una roba del genere:
Qualche passata di finitura, un paio di giri con carta abrasiva fine e il grosso è fatto:
(ricordatevi di coprire con qualcosa le slitte del bancale del tornio se usate la carta vetrata, per evitare che la polvere di smerigliatura ci finisca sopra, impastandosi con l'olio e creando un'indesiderata pasta abrasiva che a lungo andare non gioverà di certo alla salute e alla precisione della macchina...)
A questo punto restano da praticare i fori passanti necessari per rendere solidale la matrice col "braccio mobile" della piegatubi; essi devono giacere tutti sulla stessa circonferenza, e un modo molto semplice e accurato per essere sicuri di ciò consiste nel tracciare al tornio con un utensile troncatore una circonferenza del diametro voluto su una delle due facce della matrice.
Io ho adottato una distanza tra il centro del foro centrale e i centri dei fori intorno di 65mm (quindi una circonferenza di 130mm); ovviamente questa cifra non è scritta nella pietra, e dipende anche da come avete intenzione di realizzare le due piastre che costituiranno il braccio mobile della piegatubi.
L'unica accortezza da avere è quella di tenere in considerazione il diametro del foro che praticherete, dovete essere assolutamente certi che non vi "porti via" una pezzo della gola che avete tanto faticosamente tornito.
Piccolo esempio, considerando le misure delle matrici fin qui utilizzate, riferendoci al caso della matrice per il tubo da 30mm.
Detta matrice presenta una gola raggiata di 15mm di raggio, e un raggio complessivo di 100.25mm (20.5cm di diametro, ricordate?).
Considerando che i fori sono tutti da 20mm, praticando la serie di fori a 65mm dal centro, risulterà che tra la gola raggiata e il foro passante resterà uno spessore di metallo di 100.25 - 65 - 15 - 10 = 10.25mm, ovverosia un centimetro e un quarto, che dovrebbe essere sufficiente a reggere la pressione che subirà la matrice da parte del tubo in fase di piegatura.
Un raggio maggiore fa diminuire lo spessore della parete, un raggio minore fa diminuire il braccio di leva, per cui fate un paio di conti e trovate la giusta via di mezzo in relazione alle dimensioni della vostra matrice.
Per concludere l'esempio sopra, un raggio maggiore di 75.25mm con fori da 20mm andrà a interferire con la gola raggiata, mentre il limite minimo del raggio è di 20mm (caso proprio limite).
Next to come: metodo molto high tech per la tracciatura equispaziata dei centri dei fori...
Vai alla Parte 4 di: Come costruire le matrici per una piegatubi / curvatubi fai da te
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