venerdì 21 ottobre 2011

Scelta dei materiali per la costruzione del telaio di una moto special

Partendo dal presupposto che se state leggendo questo post probabilmente non sarete di fronte alla scelta tra fare un telaio in carbonio, in titanio o in lega di adamantio, tuttavia la questione della scelta dei materiali con cui costruire il telaio di un chopper non è nemmeno poi così semplice come dire "prendo 4 tubi di ferro" ed è fatta.
Sì, perchè esistono una marea di tipi di acciaio differenti, e una moltitudine di lavorazioni diverse mediante le quali vengono ottenuti i prodotti siderurgici finali
Ah prima di addentrarci nella discussione, una piccola nota giusto per chiarire un concetto: spesso nel gergo comune si sente chiamare "acciaio" l'acciaio inossidabile e "ferro".. tutto il resto che non sia alluminio. Bene, onde evitare confusioni, vi dirò una cosa che forse sconvolgerà qualcuno: il ferro propriamente detto... esiste solo come elemento chimico! Nel senso che quello che vi danno quando andate a comprare il ferro è... acciaio, ovvero una "ricetta" a base di ferro, carbonio e qualche altro ingrediente in proporzione variabile. Non è acciaio inossidabile in quanto non presenta alcuni elementi di lega (in particolare il cromo e il nichel) in proporzioni sufficienti a garantirgli proprietà di resistenza alla ruggine ma... è acciaio. Acciaio al carbonio, basso legato ma sempre e comunque acciaio.

Chiarito questo concetto possiamo andare avanti e vedere quale sono i tubolari migliori con cui costruire il telaio del nostro chopper o bobber che sia.
L'ideale sarebbe riuscire a procurarsi dei tubi trafilati a freddo senza saldatura normalizzati, che per questo tipo di applicazioni meccaniche presentano diversi vantaggi.
L'alternativa più comune, più facile da reperire, quelli che vi danno sempre quando chiedete dei "tubi di ferro" in buona sostanza, sono i tubi elettrosaldati.
Come si intuisce dal nome i tubi elettrosaldati vengono ottenuti saldando tra loro le estremità di un foglio di lamiera laminato a caldo e "arrotolato", mentre i tubi trafilati vengono ottenuti facendoli passare attraverso apposite matrici che gli conferiscono la forma di "bucatino gigante", con un procedimento analogo a quello con cui viene prodotta la pasta trafilata al bronzo.
I tubi trafilati presentano generalmente tolleranze dimensionali più stringenti degli elettrosaldati, e inoltre offrono qualcosa in più in termini di robustezza.
La trafilatura a freddo inoltre vi risparmia un bel po' di lavoro di decapaggio per rimuore la calamina tipica dei prodotti a caldo da tutta la superficie esterna del tubo.

Nella foto sottostanti sono messi a confronto due tubi delle stesso diametro esterno e spessori differenti; a sinistra un classico tubo "nero" elettrosaldato, a destra un tubo trafilato a freddo. Se guardate bene nella seconda foto dovreste essere anche in grado di vedere il sottile cordoncino di saldatura all'interno del tubo elettrosaldato di sinistra.



Veniamo adesso all'ultima caratteristica che ci farebbe piacere trovare nei tubi che andremo ad acquistare, descritta da quell'aggettivo "normalizzati". I tubi possono trovarsi in uno dei seguenti stati di fornitura:

CRUDO (cold drawn/hard - sigla C sec. EN10305 / BK sec. DIN 2391)
SEMICRUDO (cold drawn/soft - sigla LC sec. EN10305 / BKW sec. DIN 2391)
DISTESO (cold drawn/stress relieved - sigla SR sec. EN10305 / BK+S sec. DIN 2391)
RICOTTO (annealed - sigla A sec. EN10305 / GBK sec. DIN 2391)
NORMALIZZATO (normalized - sigla N sec. EN10305 / NBK sec. DIN 2391)
BONIFICATO (quench/tempered - sigla QT sec. EN10305 / QT sec. DIN 2391)

Traslasciando tutte le varie sfumature e differenze tra i vari trattamenti, quello che ci interessa sapere senza addentrarci nel campo della metallurgia "hardcore" è che i tubi nello stato crudo (C o BK secondo la vecchia nomenclatura) non sono sottoposti ad alcun trattamento termico dopo la formatura a freddo, per cui le proprietà di deformazione plastica dell'acciaio sono limitate e vi sono da prevedere tensioni residue. Tradotto significa che questi tubi sono difficili da piegare con successo.
I tubi nello stato disteso dopo la formatura a freddo vengono sottoposti a trattamento termico; in questo modo le tensioni residue vengono ridotte ad un minimo e le proprietà di deformazione plastica migliorate.
I tubi nello stato ricotto (A o GBK secondo la vecchia nomenclatura) sono sottoposti ad un trattamento di ricottura (annealing) che li rende più facilmente lavorabili, mentre i tubi nello stato normalizzato (N o NBK secondo la vecchia nomenclatura) dopo la formatura a freddo vengono sottoposti ad un trattamento termico sotto gas protettivo ad una temperatura al di sopra del punto critico superiore e rappresentano per certi versi "una via di mezzo" tra i tubi C e A, e sono quelli che vogliamo noi, dei tubi che presentino delle buone proprietà plastiche per poter essere curvati abbastanza agevolmente e che tuttavia siano in grado di sostenere senza deformarsi tutte le sollecitazioni cui viene sottoposto il telaio di una moto.
N.B. premetto che non sono nè un chimico nè un esperto di metallurgia, questo è quello che so e ciò su cui baso la scelta  dei tubolari per la realizzazione di telai & forcelle, per cui se ho detto qualche boiata o usato termini impropri, vi prego di scusarmi, senz'altro non avrete bisogno di consigli per scegliere i vostri tubolari... :)

Detto questo, finita la parte teorica, c'è da scontarsi con la dura realtà, e cercare di fare il meglio possibile con quello che riusciamo a reperire dai nostri fornitori...
Con qualche accortezza (soprattutto in fase di piegatura dei tubi) è del tutto possibile costruire un telaio affidabile di una moto o di un chopper con tubi elettrosaldati (molti telai in commercio sono fatti con questo tipo di tubi per via del loro costo inferiore), ovviamente purchè questi siano opportunamente dimensionati, ed è questo quello di cui ci occuperemo nel prossimo post...


Vai alla parte 2 della "Scelta dei materiali per costruire il telaio di un chopper"

3 commenti:

  1. Allora, prima di tutto semplice un toscano non dovrebbe aprire una frase col "bon" come possiamo fare solo noi veneti, friulani, bisiachi, triestini e solo all'ultimo francesi; per il resto, amico, fossero tutti come te avrei mollato il mio ridicolo softail (una finta mal riuscita del capolavoro maximo del mondo dell'arte) molto prima di due anni fa. Grazie per tutto, veramente, di cuore.

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  2. L'anonimo di cui sopra, trenta secondi dopo:
    naturalmente volevo dire "un semplice toscano", ma questo spiegazione è ad uso della sola stradale....
    ancora grazie.

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  3. ahaha c'hai ragione maremma maiala, però il "bon" mi garba troppo, che ci vuoi fare.. :D
    Grazie per i complimenti, il blog non è in piedi nemmeno da un mese e non ti nascondo che non credevo che avesse così tanto successo (almeno stando alle statistiche e alle mail che ricevo...), cosa che a onor del vero più che merito mio è "demerito" del fatto che in italiano non si trova nulla su sta roba, men che meno tutta radunata insieme in un unico posto...
    Essere l'unico aiuta a essere uno dei favoriti hehe... ;)
    Il fatto è che la gente che sa fare (e fa) i lavori ci sarebbe anche, ma nessuno ha voglia di "svelare" i propri segreti, tutti preoccupati come siamo a proteggere il nostro orticello da bravi italiani, timorosi di perdere chissà quale esclusiva o lavoro; è per questo che ho deciso di documentare passo passo la mia "bike build" a partire dalle domande (e spero anche risposte sufficienti) che ci facciamo tutti quando seduti sulla tazza accarezziamo l'idea di costruirci una moto da zero, per proseguire con il dettaglio della fabbricazione degli utensili necessari (percorso obbligato, perchè molta roba si trova a fatica da noi, o comunque costa troppo..) fino a... boh, non so nemmeno se riuscirò a portare a termine il progetto, però intanto ci voglio provare.
    Ad ogni modo siamo ancora all'inizio, terminata la piegatubi penso che sarà la volta del forno per la verniciatura a polvere (non è indispensabile, ma oramai m'è presa la scimmia e me lo devo fa'..) e poi la costruzione di una forcella girder, e finalmente il telaio, con considerazioni su come montarci su un gommone al posteriore e l'immancabile pallosa trattazione geometrica su angolo d'incidenza, avancorsa e guidabilità della moto...
    Stay tuned...

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