domenica 26 febbraio 2012

Come montare un gommone posteriore - Parte 2

Se provate a prendere qualche misura di un cerchio posteriore con a corredo il suo bel gommone che avete preso in prestito da qualche moto giapponese, è probabile che vi ritroviate con una situazione come quella descritta nella figura sottostante:


 
Queste sono più o meno le misure del cerchio e della ruota posteriore da 200mm di un Kawasaki ZX-12R: se osservate con attenzione noterete che... il mozzo è più lungo da una parte che dall'altra!
Per essere più precisi, il lato della corona (sinistro) è più lungo di circa 1cm rispetto a quello lato disco freno (destro), con la conseguenza di avere un disassamento della ruota verso destra di 1cm rispetto alla mezzeria del telaio, qualora questa ruota venisse montata "così com'è", con i suoi distanziali e tutto il resto.

Da una rapida ricerca questa sembrerebbe essere una pratica abbastanza comune per le moto jap; il che se avete intenzione di utilizzare un assieme cerchio&ruota presi da una di queste moto, vi porterà con molta probabilità a fronteggiare la scelta di una di questa opzioni:

1) sbattervene e montare la ruota così com'è
2) costruire un telaio asimmetrico
3) fare il forcellone posteriore un po' più largo e tornire un distanziale appropriato per riequilibrare le cose.

Analizziamo rapidamente le tre opzioni.

L'opzione numero uno è chiaramente la più semplice, in quanto non richiede alcun tipo di lavoro in più, basta fare il forcellone largo a sufficienza per poterci alloggiare la ruota e montarla così com'è. La ruota risulterà spostata verso destra di circa 10mm rispetto alla mezzeria del telaio (e quindi non sarà nemmeno perfettamentente allineata con quella davanti), e tuttavia in tutta onestà c'è da dire che ci sono anche modelli di moto di serie che hanno offeset fino a 1cm della ruota posteriore senza che gran parte dei conducenti noti alcuna differenza nella conducibilità della moto.

Parlando con un po' di gente dei vari forum "di settore" sembrerebbe che fino a 15mm di disassamento non dovrebbero esserci grossi problemi, se non un po' di difficoltà in più a curvare dal lato dove fuoriesce di più la gomma.


La seconda opzione è quella che adottano una buona parte dei costruttori, solamente che un conto è avere un forcellone posteriore ammortizzato asimmetrico su una stradale, un conto è costruire un telaio rigido asimmetrico di un chopper... esteticamente non mi piace molto, e per ruote posteriori di dimensioni minori  di 200mm probabilemente sembrerebbe anche un po' ridicolo...


Infine c'è la terza opzione, che consiste nel fare il forcellone più largo di quanto sarebbe strettamente necessario, per consentire l'inserimento di un apposito distanziale adeguatemente dimensionato, in grado di riportare l'allineamento tra le due ruote.
Nel caso dell'esempio in figura, il distanziale da tornire sarà di 20mm, in modo tale da riportare entrambe le due metà della ruota ad essere larghe 145mm, per un totale di 290mm di larghezza del forcellone posteriore, contro i 270mm che sarebbero strettamente necessari per ospitare il cerchio con i suoi distanziali.

Questa soluzione, se da un lato riporta le due ruote della moto in allineamento reciproco, favorendo indiscutibilmente la guidabilità del mezzo (peraltro sembrerebbe che in alcune nazioni la versione a "ruote disassate" non passerebbe i controlli di omologazione, ma prendetela con le molle...) dall'altro nel mio caso genera tutta un'altra serie di problemi, visto che l'effetto netto che si ottiene riportando al centro la gomma è quello di "spingere" ulteriormente verso sinistra (rispetto al telaio) la corona, e quindi questo comporterà maggiori difficolta di allinemaneto di quest'ultima con il pignone di un motore che ricordo essere stato fatto per una ruota posteriore da 130mm... quindi con ogni probabilità sarà necessario decentrare un po' il motore rispetto al telaio, e forse ricorerrere anche ad un pignone modificato, ma questo lo vedremo più avanti, per il momento vi saluto con il solito render senza troppe pretese di un altro tassello della moto, ovviamente la ruota posteriore..:






 

domenica 19 febbraio 2012

Come montare un gommone posteriore

Il trend attuale nel mondo custom è quello di montare ruote sempre più grandi al posteriore: sembra che qualsiasi moto da copertina che si rispetti debba avere il "culo grosso" per essere tale, "the bigger, the better", come dicono gli americani.
Premesso che personalmente non sono un grande fan delle "slitte" con una ruota da 300 - 350 al posteriore, sia per quanto riguarda l'estetica che per quanto riguarda la guidabilità, tuttavia non disdegno una ruota posteriore che abbia un certo spessore, nel senso letterale del termine.

Per una moto che si pensa di utilizzare su base regolare e su percorsi misti, non soltanto per andare da casa al bar la sera, sono giunto alla conclusione che la dimensione massima per una ruota posteriore vari nell'intervallo tra 180 a 230 mm, con la ruota da 200 che sembrerebbe essere uno dei canditati ideali. Questa è l'idea che mi sono fatto leggendo qua e là le varie opinioni di chi queste moto poi le guida davvero, non me ne vogliate se siete amanti delle moto con una 300 dietro, poi però non vi lamentate se la vostra piccola pesa quanto un'utilitaria, o se per controbilanciare il disassamento di motore e trasmissione necessari ad alloggiare la ruotona, dovete guidare con mezzo culo fuori dalla sella...

Ad ogni modo sostituire la gomma posteriore di una moto con una più grande è comunque una cosa che va di moda, che prima o poi abbiamo pensato di fare tutti e che tuttavia comporta delle variazioni sulla trasmissione finale: è doveroso quindi parlarne, vedere un po' di calcoli con un esempio pratico e qualche considerazione.

La moto che userò come donatrice di organi per costruire il mio chopper è una Yamaha XJ Diversion del 1993; essa monta all'anteriore una gomma da 110/80 montata su un cerchio da 17" per 2.50" di canale, mentre al posteriore ha una gomma da 130/70 su un cerchio da 18" per 3.50" di canale.

Al posteriore, oramai l'avrete capito, monterò una gomma da 200/50, con annesso cerchio da 17" preso da una Kawasaki ZX-12R.

La Yamaha ha un rapporto di trasmissione finale di 48/16 (ovvero una corona con 48 denti e un pignone con 16 denti) e utilizza una catena da 520, mentre il cerchio che ho cannibalizzato alla Kawa si portava appresso una corona con 46 denti per una catena da 530, ovvero una catena più larga, in virtù della maggior potenza di tale moto rispetto alla risibile Diversion...
(breve e certamente non esaustiva nota sulle catene: la prima cifra indica il passo espresso in ottavi di pollice, ovvero la distanza tra i centri di due rullini successivi, mentre le seconde due cifre esprimono la larghezza dei rullini in ottantesimi di pollice, ovvero una catena da 520 avrà una passo di 5/8" = 15.875mm e un'ampiezza di 20/80"=6,35mm, mentre una catena da 530 avrà lo stesso passo di quella da 520, ma un'ampiezza dei rullini di 30/80"=9.525mm, ed entrambe hanno un diametro dei rullini di 10.16mm.)

Il problema delle diverse dimensioni delle catene è presto risolto, ordinando una corona di uno di quei set alleggeriti che vendono per le varie stradali, tra cui anche la ZX-12R. Questi set di solito comprendono catena, corona e pignone di spessore, e quindi peso, minori di quelle di fabbrica, il 520 che fa la caso nostro per l'appunto. Anche i materiali utilizzati in questi set, indirizzati principalmente ad un miglioramento delle performance della moto, solitamente sono più leggeri di quelli standard, per cui si trovano corone in Ergal, l'immancabile adamantio e Dio solo sa quale altre leghe spaziali.
Ora ovviamente a me delle prestazioni importa il giusto, e considerando che una corona in Ergal si usura moolto più rapidamente di una in acciaio, che costa quasi il doppio, e che ti costringe a usare anche il resto dei componenti della trasmissione finale fatti della stessa lega, onde evitare usure diverse nei vari componenti, mi sono preso una bella ed economicissima corona in acciaio da 520 per la Kawa e fine del chiasso...
Già, ma da quanti denti? Ecco, qui entra in gioco la parte matematica...

Abbiamo detto che la gomma della Yamaha era una 130/70, che sta a significare una gomma con diametro di 130mm e altezza pari al 70% della larghezza, ovvero 91mm.
Il "vecchio" cerchio era da 18" di diametro, che convertito in sistema metrico (basta moltiplicare per 25,43 per avere la misura in mm) e diviso per due ci dà un raggio del cerchio di 228,87mm.
La "strada" percorsa dalla vecchia ruota in un giro, sarà pertanto data dalla circonferenza che ha come raggio la somma tra il raggio del cerchio (228,87mm) e l'altezza dello pneumatico (91mm), ovvero (228,87+91)*2π = 2009,80mm e qualche altro spicciolo...

La gomma della Kawasaki invece è una 200/50, ovvero larga 200mm e alta il 50% di questa misura, cioè 100mm, montata su un cerchio di 17", per una circonferenza complessiva delle nuova ruota (cerrchio + gomma) uguale a 1986,46mm e rotti.

Tutto chiaro fin qui? Bene, a questo punto entra in gioco il rapporto di trasmissione finale, che nella Yamahe abbiamo detto essere 48/16=3, o 1:3, che significa che per ogni giro che compie la corona, il pignone ne ha fatti 3.
Ma un giro fatto dalla corona corrisponde anche ad un giro fatto dalla ruota, per cui è possibile sotituire la ruota posteriore (intendendo l'accoppiata cerchio+copertone) con una diversa mantenendo inalterato il rapporto finale a condizione che valga la relazione:

nuovo rapp di trasm. finale : nuova circ.  = vecchio rapp. di trasm. finale : vecchia circonferenza

dalla quale si deduce che la formuletta per il calcolo del nuovo rapporto sarà:
nuovo rapp= nuova circ. * vecchio rapp. / vecchia circ.

Mettendoci dentro i numeri del nostro esempio, risulterà un rapporto di trasmissione finale di:
1986.46mm * 3 / 2009.80mm = 2.965

che può essere ottenuto con un pignone da 16 denti e una corona da 47.44 denti ( 16*2.965), per cui per il mio chopper ho ordinato una corona per la gomma della Kawa da 520 con 47 denti, che mi assicura un rapporto di trasmissione finale di  47/16=2.9375.

Con il vecchio rapporto e la vecchia gomma ad ogni giro del pignone corrispondeva una distanza percorsa dalla gomma di 2009,80mm/3= 669.9mm (vecchia circ./vecchio rapp); con il nuovo rapporto e la nuova gomma, ad ogni giro del pignone corrisponderà una distanza pari a 1986.46/2.9375= 676,24mm (nuova circ./nuovo rapp.).

C'è da dire che in questo caso avrei potuto anche prendere una corona da 48 denti come quella originale della Yamaha (ma comunque con gli attacchi Kawasaki, perchè se è vero che le dimensioni delle catene e i passi sono standardizzati, poi ognuno i fori per attaccare le corone al mozzo del cerchio li fa dove e come vuole...); in altri casi invece il numero di denti può variare anche considerevolmente se si desidera lasciare tutto invariato.




domenica 12 febbraio 2012

Primi pezzi...

Fondamentalmente ci sono due modi per costruirsi un chopper: il primo modo consiste nello scendere in garage, accendere il frullino, iniziare a tagliare e poi, sulla base dei pezzi disponibili, delle linee della moto, di quello che vogliamo ottenere, dello stato d’animo e del numero di birre bevute, decidere su cosa fare e come farlo.

Il secondo modo invece consiste nel mettersi a un tavolino, prendere una tonnellata di misure, modellare al CAD i pezzi che abbiamo/intendiamo usare e infine rimettere tutto insieme in quello che vorremmo fosse il nostro chopper.

Inutile dire che il primo metodo è molto più rapido e divertente (in particolar modo la parte delle birre), però presenta lo svantaggio che può essere difficile visualizzare nella propria mente quella che sarà la moto finita, soprattutto nelle fasi iniziali e per quelli meno dotati di fervida immaginazione, senza contare che è più facile commettere degli errori di valutazione (specie se si ha poca esperienza) su aspetti magari anche rilevanti per la guidabilità e sicurezza della moto (sto parlando nel caso in cui stia pensando di costruire interamente un telaio e una forcella ex-novo, per modifiche a telai già esistenti, il problema è molto minore).

Per come sono fatto io vedere prima le cose sul PC mi è di grande aiuto; è più facile valutare molte varibili contemporaneamente e spesso mi permette di accorgermi di errori e problemi di fattibilità di molte soluzioni magari esteticamente ineccepibili ma praticamente inattuabili…
Mi è d'aiuto inoltre nello stabilire come realizzare i vari pezzi e la sequenza logica con cui costruirli: quando arrivo a farli poi davvero, nella mia testa ho già ripercorso tutti i vari step qualche milione di volte, davanti al computer, ma anche mentre guido, mentre lavo i piatti, mentre mi taglio i capelli...
 
Di contro ovviamente c’è il fatto che per essere utile 'sta roba richiede precisione (almento nelle parti che "contano") e ovviamente… un monte di tempo speso col calibro e il metro a misurare prima, e qualche notte col mouse davanti al monitor dopo… 

Di seguito qualche foto e qualche render senza troppe pretese dei pezzi che ho modellato finora, a partire dalla ruota anteriore:





Il faro:





Il pignone:




e per finire l'ammortizzatore:





Cosa ci faccio con un ammortizzatore se ho detto finora di aver intenzione di costruire un telaio rigido?

Pazientate gente, pazientate...

domenica 5 febbraio 2012

Mollare qualcosa, che sia un lavoro o un'abitudine...

... significa svoltare e accertarsi di essere ancora in cammino verso i propri sogni [R. Potts]

Ok, per una volta un post che non parla di moto, di attrezzi o di ferro ma.. di me.

In fondo grazie al blog ho conosciuto un sacco di gente e mi sembra doveroso informare tutti che, dopo quasi un lustro a lavorare come consulente informatico, ho cambiato lavoro.
Da un paio di giorni lavoro come disegnatore CAD nell’ufficio tecnico di una ditta specializzata in taglio laser e lavorazione lamiera a CNC. Cercate "SolidWorks" e "CNC laser cutting" su youTube se volete farvi un'idea della roba che vado a fare (anche se sono certo che una buona parte di voi sa benissimo di cosa si tratta.. ;) )
Poi visto che con la torcia in mano me la cavo, darò una mano anche dal lato squisitamente pratico in officina, saldatura a filo/TIG, ma anche programmazione e gestione delle macchine a controllo numerico, e quant'altro ci sarà bisogno di fare al momento.

Sono perfettamente a conoscenza del fatto che reinventarsi a trent'anni in un settore totalmente differente e abbastanza specialistico comporta dei rischi non indifferenti, soprattutto alla luce della contingente situazione economica internazionale, ma è un rischio che sono risoluto a prendere: posso vivere tranquillamente il resto della mia vita con la consapevolezza di averci provato e di non avercela fatta; ciò che non posso fare invece è vivere il resto della mia vita con la consapevolezza di non averci nemmeno provato.

Non che la decisione sia stata facile eh, badate bene: lascio sul piatto un lavoro a 10 minuti di motorino da casa, una serie di colleghi e clienti con cui mi sono sempre trovato più che bene, un bel pacco di soldi (beh, almeno per me circa 500euro netti al mese, 1 mensilità, il bonus annuale e tutti i vari benefit - telefono, computer, adsl, assicurazione… -  sono tanti) senza contare che ogni giorno mi dovrò fare in tutto circa 1 ora di macchina, con i relativi costi in termini di stress e denaro che questo comporta.

C'è un vecchio detto che recita più o meno così: "fai un lavoro che ti piace e non lavorerai un solo giorno della tua vita". E allo stesso tempo lavorerai sempre aggiungerei io, perché quando uno ha nella propria professione anche una delle sue più grandi passioni, si ritroverà a lavorare anche nel cosiddetto tempo libero, fidatevi!

Sull'altro piatto della bilancia tuttavia ci sono il non dovermi più fare il nodo alla cravatta (colletto blu, whoa) il non aver più niente a che fare con tutte le idiosincrasie della programmazione informatica , il non dover più ricevere mail inquietanti sulla prematura scomparsa del ping di un server in Alaska ("peccato, era un ottimo server!") e soprattutto non dover compilare più il gli obbiettivi annuali
(!!! cosa metto? conquistare il mondo??) , che inevitabilmente finivano per farmi venire in mente questa vignetta...: http://dilbert.com/strips/2011-09-25/ (chi lavora nel settore sa fin troppo bene a cosa mi riferisco..)


Tutto questo per dirvi che ora avrò un po’ di tempo in meno da dedicare al blog, ad ogni modo vi prometto che dal prossimo post torneremo a parlare di moto, e ora scusate ma devo iniziare a pensare a un po’ di pezzi per il mio chopper sufficientemente tamarri da poter tagliare con una di quelle deliziose macchinette che ci sono di là in officina… (oh ci dev’essere pure qualche vantaggio no?!?!?)

 
"Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. "
[Martha Medeiros, Ode alla vita]