Come saldare gli acciai al cromo molibdeno è una domanda che ciclicamente salta fuori nei circoletti degli "smanettoni" appassionati di modifiche e di sport con mezzi a due o a quattro ruote, con o senza motore; per cui interrompo per un attimo la serie su come riscostruire il telaio di un cinquantino d'epoca per affrontare l'argomento in maniera un pelo più approfondita di come avevo fatto in questo post sulla scelta dei materiali per la costruzione del telaio di una moto.
Gli acciai al cromo molibdeno sono acciai legati, ovvero acciai in cui sono presenti altri elementi oltre al ferro ed al carbonio, al fine di migliorarne le caratteristiche chimico-fisiche e/o le proprietà meccaniche. Gli acciai legati a loro volta si distinguono in bassolegati (nessun elemento di lega presente in percentuali maggiori del 5%) o altolegati (elementi di lega presenti in percentuali maggiori del 5%).
Ok, chiusa la parentesi da Superquark necessaria ad per avere un minimo di "cultura metallurgica personale", in ambito motoristico gli acciai al Cr-Mo tipicamente più usati sono il 25CrMo4
(ovverosia il 4130 secondo la nomenclatura AISI-SAE, detto anche chromoly) o il 30CrMo4; sulla scelta di come saldarli il mio presonalissimo
consiglio in tutti i casi rimane sempre quello di utilizzare il
procedimento in cui si ha più dimestichezza, se uno ha esperienza con
l'elettrodo via con quello, altrimenti filo o tig o cannello...
Se si opta per l'elettrodo una scelta sensata potrebbe essere l'E-7018 (il basico), a tig spesso si consiglia l'Er80S-D2 se poi il tutto sarà sottoposto a trattamenti termici, altrimenti l'ER70S-2. Questo materiale d'apporto differisce dal metallo base ed è inferiore rispetto a quest'ultimo riguardo a certe proprietà meccaniche, però è più elastico e per certe applicazioni di motor sport viene addirittura consigliato proprio per questa sua caratteristica. Inoltre è di facile reperibilità, dettaglio di "vita reale" non trascurabile... La minor resistenza del materiale d'apporto può essere facilmente compensata con un disegno appropriato del giunto saldato (aumentare la sezione delle superfici saldate, inserire fazzoletti di rinforzo e controventature, etctec...).
Altre bacchette d'apporto
usate per il 4130 sono lo United States Welding Corporation 4130-6457V
e il D6AC, roba usata per strutture critiche nel settore
aeronautico,
sono bacchette con chimica controllata, ottenute attraverso procedure
piuttosto complicate, il che significa roba costosa e di non facile
reperibilità, giusto tuttavia riportarle per completezza e dovere di
cronaca.
Anche se non strettamente necessario, c'è chi preferisce saldare i telai
tubolari in acciaio al cromo molibdeno con flussaggio, ovverosia con
gas di protezione dal rovescio, come dir si voglia. A parte il costo
dovuto al maggior consumo di gas, di sicuro questa tecnica non presenta
controindicazioni, a patto di avere un minimo di dimestichezza con essa
ed avere l'accortezza di non creare sovrapressioni di gas all'interno
dei tubi tali da provocare lo "scoppiettio" del bagno di fusione, con le immaginabili conseguenze che questo ha sul risultato finale.
Il 4130 può essere saldato anche a cannello, anzi, c'è chi sostiene che il cannello abbia
dei vantaggi rispetto al tig, per il "preriscaldo naturale" del
pezzo che questa procedura comporta. In questo caso è consigliabile utilizzare bacchette d'apporto non rivestite di rame, che
potrebbero causare impurità nella saldatura.
Per spessori fino a 3mm l'opinione più diffusa è
che i trattamenti di distensione non siano necessari, così come il
preriscaldo, purché ovviamente i tubi siano ad una certa temperatura ambiente (almeno 20°), e
comunque una scaldatina male non fa di certo... ( dovrebbe
essere sufficiente portare i tubi intorno ai 200°-300°).
Lo scopo del preriscaldo è quello di ridurre lo schock termico, rimuovere ogni traccia di umidità (idrogeno) e soprattutto rallentare il tempo di raffreddamento ed evitare quindi che il materiale incrudisca nella ZTA (zona termicamente alterata).
Lo scopo del preriscaldo è quello di ridurre lo schock termico, rimuovere ogni traccia di umidità (idrogeno) e soprattutto rallentare il tempo di raffreddamento ed evitare quindi che il materiale incrudisca nella ZTA (zona termicamente alterata).
Naturalmente anche per la saldatura degli acciai al cromo molibdeno rimangono validi i consueti consigli e raccomandazioni inerenti la preparazione, la cianfrinatura e la pulizia dei lembi dei giunti da saldare; oltre a quelli che riguardano la consepevolezza e la responsabilità di quello che si sta facendo e il doveroso invito alla prudenza se non si è sicuri delle proprie capacità e c'è il rischio che qualcosa si rompa e qualcuno si faccia male...